Il segreto di Tolkien, il suo dono più grande: un viaggio infinito.
La vita è un viaggio.
Questo libro vuole essere un omaggio ad un uomo che ci ha insegnato a “vedere le infinite diversità”.
Il cammino di JJ Tolkien ondeggia in un gioco di equilibri tra il visibile e l’invisibile, tra il “socialmente accettato” è il ritenuto follia.
Il non detto da Tolkien è rilevabile nei suoi pastelli, dove si palesano attraversamenti di soglie, unioni tra l’alto ed il basso con una unico incessante scopo: la ricerca del sacro.
La dimensione immaginale in cui ci trascina Tolkien, si origina ben sopra Lui, che diviene un tramite tra il lettore ed il creatore del messaggio.
“Nel corso dei secoli, la composizione ispirata è stata il veicolo della profezia, della gnosi quale conoscenza del sé nascosto, oppure della visione di una Realtà che chiede di essere resa nota in questo mondo”.
Nell’oggi i testi e le immagini di Tolkien possono ancora estasiare, per l’approccio più possibilista che si ha con l’Oltre ed al contempo possono aiutarci a restare legati ad un mondo onirico, perdendo il quale rischiamo di perdere il senso dell’umanità stessa.
«[…] to increase according to our capacity our knowledge of God by all the means we have, and to be moved by it to praise and thanks»
Nel citare questa frase l’intento è quello di comunicare uno spiraglio di luce, che va ricercato nell’idea di una deità più ampia a mio avviso del Dio Signore… necessaria, in questo periodo storico come ritorno ad Credo per la sopravvivenza di tutto l’Universo.
Sabrina Conti